Una giapponese a Milano nel 1874 Alcune riflessioni intorno a un dipinto di Eleuterio Pagliano (1826-1903)
Stefano Turina
Sguardi sul Giappone da Oriente e Occidente, 2021
Quasi lo stesso monogatari: trasposizioni in giapponese moderno de La storia di Genji nell'ultimo decennio l uCa milaSi aree di Studi linguiStiCi e SCienze SoCiali 285 Il giapponese LS prima dei gesuiti: prodromi e avvio dello studio della lingua giapponese in Asia Orientale a ndrea PanCini 293 Gens una: il gioco del go nella vita tra Cina e Giappone del grande maestro Wu Qingyuan (1914-2014) d aVide giglio 309 Hō to bungaku: prolegomeni per uno studio di diritto e letteratura in contesto giapponese g iorgio FaBio ColomBo 323 Terremoto, vulnerabilità e resilienza: il punto di vista delle donne nel volontariato religioso in Giappone Paola CaValiere 341 Identità "sfaccettate": un approccio innovativo all'analisi della relazione tra spazio e creazione identitaria per individui non-cisgender in Giappone m arta FanaSCa
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La riscrittura come ponte tra due mondi: Lafcadio Hearn e la diffusione della tradizione fantastica giapponese
Francesco Vitucci
Estetica: studi e ricerche, 2016
La riscrittura come ponte tra due mondi: Lafcadio Hearn e la diffusione della tradizione fantastica giapponese estetica.studi e ricerche-vol. VI-2/2016-289-306 ©Società editrice il Mulino. Rewriting as a bridge between two worlds: Lafcadio Hearn and the spread of Japanese fantastic tradition. This paper aims to highlight the personality and the role of Lafcadio Hearn (alias Koizumi Yakumo) through its English rewriting of Japanese fantastic tales (kaidanbanashi) from the repertoire of gesaku literature of the modern period. In particular, this paper analyzes the tale Jikininki taken from his collection Kwaidan: Stories and Studies of Strange things (1904) by comparing it with the original prototext Aozukin written by Ueda Akinari and selected from Ugetsu monogatari (1776).
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“Il danno da karoushi. Nuove frontiere della responsabilità civile in Giappone”, [Karoushi damages. New frontiers of civil liability in Japan]
Giorgio Fabio Colombo
Casari, Matteo; Scrolavezza, Paola (eds.), Giappone, Storie Plurali, pp. 13 – 22., 2013
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Spontanea maestria
Silvia Vesco
Masters, texts and sources from the East, 2020
The appearance of Dr Vesco’s translation and study of Hokusai’s Ryakuga haya oshie, together with a full reproduction of the original book, is a matter of great excitement in the field of Japanese Studies. Hokusai has been known in Europe and North America for some 150 years. In his own country, he came to public attention about 1800, with youthful work produced under the name of Shunrô. He lived to the advanced age of 88, and when he died in 1849, he was one of the best-known artists in Japan. He was soon to be the best-known Japanese artist in the West, a status that he probably still holds. ‘Under the Great Wave off Kanagawa’ – often referred to simply as ‘Hokusai’s Great Wave’ (from the Thirty-six View of Mt Fuji) – is said to be the most immediately-recognisable piece of graphic design worldwide. Hokusai was a townsman living in a socially stratified society. He was not a member of the elite, though other famous artists were. He did neither depict elite topics, nor work for eli...
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Quasi come a occhio nudo. Teorie cinematografiche del realismo nel Giappone del dopoguerra, 1945-1955. Postwar Japanese Film Theories, 1945-1955.まるで肉眼で見たように - 戦後日本におけるリアリズム映画理論
Giulio Tosi
Master Thesis, 2018
La produzione cinematografica giapponese del dopoguerra è stata estensivamente studiata e commentata, ma non si può affermare lo stesso riguardo alla teoria cinematografica elaborata in Giappone nello stesso periodo. Sono convinto che lo studio del cinema, inteso come insieme di testi e paratesti, produttori e fruitori, non sia possibile senza uno studio delle teorie e dei dibattiti critici che, influenzando e facendosi influenzare, sono impiegati in un costante confronto bidirezionale con i film e i cineasti. Con il presente studio cercherò di dimostrare come nel primo decennio del dopoguerra anche in Giappone ci siano stati dibattiti critico-teorici sulla natura del realismo cinematografico e sull’“essenza del cinema”, relativamente simili per fini e dinamiche a quelli avvenuti nello stesso periodo in Europa, e come i discorsi sul cinema di questo periodo siano legati da un lato alla situazione storico-sociale giapponese e, dall’altro, a sviluppi e tendenze di cinematografie straniere. Proverò inoltre a delineare la fortuna in Giappone del cinema italiano, e dei film neorealisti in particolare, tracciando un quadro della loro ricezione presso la critica giapponese. Allacciandosi a questioni ed esperienze storiche, sociali, e artistiche in un contesto non limitato al solo Giappone, lo studio delle teorie giapponesi del realismo cinematografico può aiutare ad approfondire e a illuminare nuovi lati della storia delle idee e della cultura visuale del dopoguerra.
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Intorno al testo: i primi adattamenti teatrali, da Shakespeare in poi, come modello implicito per una nuova drammaturgia nel Giappone di fine Ottocento
Luca Milasi
Il teatro giapponese La macchina scenica tra spazi urbani e riforme, 2014
[For an abstract in English see below] L'avvento nel 19 ° secolo di nuove forme teatrali giapponesi, come ad esempio shinpa e shingeki, sancisce, accanto al successo dei popolari generi tradizionali teatrali quali kabuki, un'occasione per gli intellettuali Meiji ripensare il genere teatrale, ridefinendo i suoi confini, sia in termini di ciò che era l'oggetto della rappresentazione, sia riguardo al ruolo centrale del testo drammatico, già un elemento chiave nella teoria implicita che sosteneva lo sviluppo del genere teatrale. Un fenomeno saliente del teatro giapponese alla fine del XIX secolo è pertanto individuabile a partire dal repertorio delle compagnie giapponesi, per la prima volta impegnate nel compito di portare in scena in contemporanea autori teatrali diversi come Shakespeare, Ibsen, Gorky, Cechov, Goethe: mentre la prima introduzione del teatro occidentale in Giappone aveva avuto luogo in forma scritta fino al 1880, e aveva implicitamente sancito l'idea, nuova per i critici del tempo, che il dramma fosse un genere letterario in sé, tanto quanto la poesia o narrativa, gli adattamenti scritti o messi in scena fino a quel momento erano spesso stati associati ai generi più tradizionali, che riflettevano vecchie concezioni; ma i nuovi movimenti teatrali, pur ispirandosi al kabuki ed al joruri, avrebbero garantito al dramma d'importazione occidentale di registrare, a volte, successi ancora maggiori rispetto ai nuovi drammi, relativamente poco considerati, di scrittori giapponesi che pure si sono prodotti in seno al teatro contemporaneo. Per quanto riguarda quest'ultimi, è necessario osservare come un altro fenomeno di rilievo del teatro giapponese fra Otto e Novecento sia proprio il dilettantismo teatrale dei maggiori narratori giapponesi moderni: tra il XIX ed il XX secolo, molti scrittori e intellettuali che erano anche traduttori lingue europee, ma non poteva certo essere considerati drammaturghi di professione nel senso tradizionale del termine, come Tsubouchi Shōyō (1859-1935), Mori Ogai (1862-1922), Koda Rohan (1867-1947), Ozaki Koyo (1868-1903), tentarono un rinnovamento del dramma giapponese proponendo una serie di drammi originali nel complesso di modesta portata, ma importanti anche perché accompagnati da riflessioni effettuate dai loro autori in sede critica che, al pari di quanto accadeva per gli adattamenti occidentali e le traduzioni di opere teatrali da loro stessi effettuate, e i relativi saggi critici, offrivano una sorta di teoria implicita, prima base teorica di un profondo rinnovamento che nel tempo avrebbe coinvolto il concetto stesso del dramma e del teatro giapponese. Around and about dramatic texts : the first stage adaptations, from Shakespeare onwards, as an implicit model for a new drama in late 19th-century Japan. The advent in 19th-century Japan of new theatrical forms, such as shinpa and shingeki, marked, alongside the success of popular traditional theatrical genres such as kabuki, an occasion for Meiji intellectuals to rethink the theatrical genre, redefining its borders, in terms of both what was worth representing, and the pivotal role of the dramatic text, which was already an implicitly key element in the theory sustaining the development in the genre. A striking phenomenon of the theatre in the late nineteenth century is the choice made by Japanese troupes of putting on stage authors as diverse as Shakespeare, Ibsen, Gorky, Chekhov, Goethe: while the first introduction of Western theatre in Japan had taken place in writing up to the 1880s, and had implicitly sanctioned the idea, new to the critics of the time , that the drama was a literary genre in itself, as much as poetry or fiction, the adaptations written or put on stage up to that point had frequently been associated with more traditional genres, reflecting old conceptions; but the new movements, while drawing inspiration from kabuki and jōruri theatres, mostly allowed Western drama to be, at times, even more popular than the relatively little considered new dramas of Japanese authors which also informed the contemporary theater. Regarding the latter, it should also be noted that between the nineteenth and the twentieth century, many writers and intellectuals who were also translators from European languages, but could hardly be labelled mainstream playwrights in themselves, such as Tsubouchi Shōyō (1859-1935), Mori Ōgai (1862-1922 ), Kōda Rohan (1867-1947), Ozaki Kōyō (1868-1903), attempted a renewal of Japanese drama proposing a series of original pieces of overall modest scope, yet crucial for the fact that these plays were accompanied by essays that, like Western adaptations and translations of plays by the same authors, and the related critical essays, offered a kind of implicit theory, a first basis of the profound renewal of the very concept of Japanese drama and theatre.
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L'Eredità della Magenta. Dalle raccolte di Filippo de Filippi per il Regio Museo industriale italiano di Torino al resoconto di Enrico Hillyer Giglioli
Stefano Turina
ORIZZONTI GIAPPONESI. Ricerche, idee, prospettive, a cura di M. Cestari, G. Coci, D. Moro, A. Specchio, Roma, Aracne, pp. 455-478, 2018
The Magenta legacy: from Filippo de Filippi’s collections for the “Regio Museo Industriale italiano” in Turin to Enrico Hillyer Giglioli’s account. In July and August 1866 the Italian corvette Magenta stationed in Japanese waters: it had been sent there for the signing of the Treaty of Friendship between the Kingdom of Italy and the Empire of Japan. In the meantime, the two members of the scientific mission, naturalists Filippo de Filippi (1814-1867) and Enrico H. Giglioli (1845-1909), were also conducting commercial investigations. As it had happened in the other countries visited by the Magenta, different kind of objects were gathered in Japan to be sent to the Royal Italian Industrial Museum in Turin. Due to many vicissitudes, the collections of the Museum are now probably lost. This essay tries to reconstruct the features of De Filippi’s Japanese collections of the Turin Royal Italian Industrial Museum through contemporary evidences and the official account published by Giglioli.
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Il Giappone dell'Orrore: un'analisi del macabro e del soprannaturale nelle arti giapponesi dall'epoca pre-moderna
Selene Sovilla
Elementi macabri e soprannaturali hanno permeato tutte le forme di espressione artistica giapponese e sono oggigiorno inglobati nella più moderna espressione di "genere horror". La presente tesi prende in analisi la loro rappresentazione nelle varie tipologie di arti visive in Giappone, in particolar modo quelle illustrate, con numerosi riferimenti alla letteratura, al teatro e soprattutto al cinema, e si sviluppa principalmente attorno all’analisi delle raffigurazioni ed illustrazioni nelle arti dei soggetti presi in esame, come gli yūrei o gli yōkai. L’opera riporta degli accenni ad epoche precedenti, essenziale per analizzarne l’evoluzione, per poi concentrarsi sui lavori prodotti in epoca pre-moderna e sui cambiamenti accaduti con l’avvento dei media in periodo moderno e contemporaneo. Un ulteriore intento, infatti, è di dimostrare come l'horror sia un genere molto più profondo e complesso di ciò che può sembrare e di come sia stato utilizzato in Giappone soprattutto per riprodurre la realtà circostante e particolari sentimenti legati ad essa. A fini sia artistici che informativi, si tratterà altresì di shinie, stampe di epoca Edo assimilabili ai moderni necrologi occidentali e argomento per lo più sconosciuto, del quale persino in Giappone ne esiste una letteratura estremamente esigua a riguardo.
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“L’Italia, un Giappone in Europa”: le immagini sovrapposte nel boom dell’Italia del tardo periodo Meiji, in «Ritsumeikan Studies in Language and Culture», Feb. 2019, 30(3), pp. 105-113
Hideyuki Doi
2018
Inizio l articolo, che ha per tema gli studi interculturali, citando una scena che ho visto nella trasmissione di Rai Meglio tardi che mai in due puntate del e maggio . Il programma era dedicato a un viaggio in Giappone svolto da quattro personaggi cinematografici, televisivi e sportivi che hanno fatto epoca, e che, appartenendo a una vecchia generazione, davano vita ad un contrasto piuttosto comico con quel mondo orientale ed esotico: a viaggiare tra Tokyo, Kyoto e Osaka erano Lando Buzzanca, Edoardo Vianello, Claudio Lippi e Adriano Panatta.
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The Introduction of Labor Law in Japan: Historical and Legal Aspects
Michela Riminucci
Riflessioni sul Giappone antico e moderno (volume III), 2018
In Italian. Following a presentation with the same title during the 2015 conference of the Italian Association for Japanese Studies (25 September 2015). Japanese studies are no stranger to the debunking of myths, and Japanese labor law is no exception. In particular, there is the common assumption that labor law did not exist in Japan before the entry into force of the Labor Standards Act in 1947. However, although comprehensive and consistent legislation of such kind was not in place before the Second World War, it does not mean that there was nothing at all. On the contrary, one might also go as far as to say that the experience accumulated during the Meiji and Taishō periods laid the very foundation for postwar development. More in detail, this brief essay will focus on tracing the first steps of Japanese labor law and on analyzing the circumstances that influenced its genesis. The aim is not only to satisfy a mere historical curiosity, but also to highlight the process by which a country can gradually introduce such a legislation.
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